16 Dicembre 2019

ALLAGAMENTI STRADALI: CHI NON AGGIUSTA PAGA.

Ogni anno, in Italia, complici il maltempo autunnale o gli acquazzoni primaverili, Comuni, aziende e condomini si trovano a fronteggiare il rischio degli allagamenti di strade, piazze, sottopassaggi, vie interne.

Un rischio sempre più sentito, anche in funzione di un tempo meteorologico ormai poco prevedibile e con precipitazioni sempre più intense.
Negli ultimi anni, infatti, si è visto un aumento sia del numero di giorni di pioggia nell’arco dell’anno sia dei millimetri di pioggia.

Il principale colpevole degli allagamenti è il mancato deflusso delle acque meteoriche, che a volte può essere causato  da un’inaspettata quantità di acqua piovana dovuta a precipitazioni record, ma che più frequentemente si verifica perché i pozzetti stradali e i sistemi di smaltimento non fanno il proprio dovere.

A pagarne le conseguenze sono prima di tutto le persone che, a piedi o in auto, percorrono abitualmente quelle zone.
Cittadini che si ritrovano a dover cambiare strada, che restano bloccati nel traffico, che non riescono a raggiungere agevolmente la propria abitazione o il luogo di lavoro, che sono costretti a rinunciare alle normali attività o a rivedere la propria pianificazione quotidiana.

Ma, se a subire le conseguenze sono in particolare le persone, a pagarne il costo sono gli enti pubblici: comuni, ATO, enti di gestione di bacino. Infatti, secondo l’art. 2051 c.c., il Comune ha il ruolo di custode delle proprie strade pubbliche e, quindi, il compito di mantenerne l’efficienza.

Oggi questa responsabilità viene demandata dai Comuni alle Società d’Ambito (ATO) e ai Consorzi Idrici. Inoltre, in presenza di danni provocati dagli allagamenti a proprietà private (per esempio, auto parcheggiate o aree condominiali prospicienti le zone allagate, proprio gli enti pubblici responsabili della manutenzione stradale saranno tenuti al risarcimento dei danni. Ma il costo di ripristino con annessi oneri di smaltimento di quanto irreparabilmente ammalorato, nonché la rifusione dei danni non è il solo prezzo da pagare: c’è anche il deterioramento dell’immagine, la gestione del malcontento, il peso della responsabilità.

Da qui, la necessità di intervenire tempestivamente. Che porta spesso a spese ingenti e, a volte, a dover scegliere soluzioni più rapide, ma temporanee. Con il rischio di ritrovarsi, dopo pochi mesi, nella stessa situazione.

Oggi, anche a causa dell’aumento di frequenza e intensità delle precipitazioni, gli enti si trovano davanti alla necessità di ricorrere a soluzioni che risolvano il problema nell’immediato, ma che possano allo stesso tempo portare a una soluzione a lungo termine (e quindi, sul lungo periodo, decisamente meno dispendiosa).

Tra le soluzioni, spicca Rainex System®: il sistema a marchio depositato, progettato da Stucchi Servizi Ecologici, consente un intervento mirato e garantisce un’efficacia ben al di là della semplice pulizia idrodinamica e pneumatica della vasca pozzetto.
Rainex System®, infatti, consente la rimozione delle ostruzioni che spesso causano il malfunzionamento dei manufatti di prima ricezione e dei tratti di collegamento con la linea fognaria: infiltrazioni di rami, cedimenti e/o disallineamenti strutturali, particolari concretizzazioni sedimentate.

Questo sistema consente un ripristino rapido, conveniente e senza intralci al traffico. Ma non solo: in fase preventiva, permette di verificare il rischio di serialità del problema, consentendo di agire prima che questo si presenti.

Infine, in relazione al grado di ammaloramento del tratto di condotta in uscita dal pozzetto/caditoia (che la società verifica attraverso una video-ispezione preliminare), è possibile ripristinare definitivamente lo stato e la funzionalità delle condotte con un intervento di Relining No-Dig, senza necessità di scavi e quindi in modo veloce e privo di disagi per i cittadini.

Per saperne di più su Rainex System®, cliccate qui.
 

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